"TUTTO L'AMORE CHE RESTA DI NOI" DI SILVIA CIOMPI - RECENSIONE

Buon pomeriggio lettori oggi sono qui per recensirvi la novella di Silvia Ciompi: “Tutto l’amore che resta di noi”. Vi ricordo che in questa novella trovate i protagonisti dei primi due libri scritti da Silvia: “Tutto il buio dei miei giorni” e Tutto il mare è nei tuoi occhi”, perciò se ancora non conoscete i suoi romanzi, penso che questa sia l’occasione giusta per rimediare!



Titolo: Tutto l'amore che resta di noi
Autrice: Silvia Ciompi
Prezzo ebook: € 0.99
Editore: Sperling&Kupfer
Pagine: 107
Genere: Narrativa Rosa
Data di pubblicazione: 9 febbraio 2021

TRAMA

È un giorno di sole in città e tra poco si giocherà la partita. Teschio e Bolo sono in macchina, diretti verso lo stadio, la loro grande passione comune. A un primo sguardo, nulla sembra cambiato: sono ancora loro, i due amici di sempre, eterni ragazzi pronti a fare casino. In realtà, basta guardarli meglio per rendersi conto che sono cresciuti, che la vita, con le sue responsabilità, li ha trasformati in uomini. Camille, dal sedile del passeggero, osserva un po' loro, un po' Gaia, la bambina sua e di Luca, un piccolo tornado che ha ereditato il meglio di entrambi. E intanto pensa a Gheghe, grande assente in quell'auto, ma non nel cuore di Bolo, che ne sente la mancanza ogni giorno ed è deciso a riconquistarla dopo che se n'è andata da casa senza dargli una spiegazione. O forse una spiegazione c'è, ed è tanto semplice quanto terribile: ovvero che il primo amore, se non muta e matura, è destinato a finire. Ma anche se così fosse, si può smettere di lottare per chi si ama?

RECENSIONE

Eppure loro non si muovono, restano abbracciati in quel modo. 
 Spezzati ma interi, uno nelle braccia dell’altra.

Nella novella ritroviamo i personaggi che avevamo tanto amato nei libri a loro dedicati, sbirciamo nelle loro vite e in quello che è accaduto da quando li abbiamo salutati nell’ultima pagina che di loro avevamo letto.

Li avevamo lasciati ragazzi, con cui il destino era stato troppo crudele, e li ritroviamo adulti con le nuove sfide e responsabilità che ciò comporta, ma con la forza che ha soltanto chi, la vita, almeno una volta, l’ha odiata per davvero e ora vuole solo amarla. 
In poche pagine (trattasi di una novella, infatti), Silvia riesce a trasportare il lettore completamente all’interno della narrazione - resa dinamica e coinvolgente dall'uso azzeccato di flashback - e a travolgerlo con nuove e sempre più intense emozioni. 

Lo stile della scrittrice mi piace tantissimo, lo trovo particolare: dolce e tagliente allo stesso tempo, un ossimoro vincente che lo rende inconfondibile.

Fuori da lì le stelle bruciano sulla città, il porto è pieno di luci che si specchiano sul dorso del mare. La vita batte nell’estate nera.

Dalla storia, traspare come non si debba per forza avere tutto - agi, soldi e spensieratezza- per essere felici. A volte fare i conti con due mutui, con un quartiere sgangherato e con un lavoro modesto, ma sentirsi vivi ed essere padroni di sé stessi e del proprio avvenire è molto meglio di chi fa le cose tutte in ordine e precise, “perfette” e si sente intrappolato all’interno di una trama in cui non c’è niente per cui lottare e che sa già come andrà a finire. Questa è la novella degli scapestrati, degli strambi, dei ragazzi di periferia, di quelli sbagliati, che non sono mai stati più giusti di cosi. 

È la storia di chi, cresciuto nelle difficoltà, ha fatto dei valori il proprio Credo inviolabile, di chi ne ha passate troppe per tradire le sole cose vere che restano: l’amicizia, la fiducia, la fratellanza, l’amore e la famiglia.

[...]da qualche parte dentro un’emorragia interna non la smette di divampare. È il loro rapporto che si dissangua.

Una vicenda che vi farà venire voglia di rischiare, di tirare fuori tutta la forza che avete, di lottare e anche di essere Quelli… quelli strambi, quelli là un po’ pazzi, un po’ sguaiati… un po’ folli, ma soprattutto vi farà venire voglia di provare quella meravigliosa sensazione: quella di sentire di non aver sprecato neanche un istante della vostra vita, di averla presa a morsi e gustata tutta.
Un abbraccio e alla prossima,

Marta





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