"NON E' MAI TROPPO TARDI" DI STEFANIA RUSSO - RECENSIONE

Buonasera lettori!
Scusate la lunga assenza. Finalmente sono tornata!
Oggi vi parlo del romanzo di Stefania Russo: "Non è mai troppo tardi". Seguitemi nella recensione per sapere tutti i dettagli del libro e la mia opinione al riguardo.


Titolo: Non è mai troppo tardi
Autrice: Stefania Russo
Prezzo cartaceo: € 15.90
Prezzo ebook: € 9.99
Editore: Sperling&Kupfer
Pagine: 240
Genere: Narrativa contemporanea
Data di pubblicazione: 14 luglio 2020

TRAMA

*Un'arzilla ottantenne che mobilita il vicinato per aiutare la fidata badante. Una storia commovente e ironica, sul valore del tempo donato e ricevuto.*

Mi chiamo Annarita, ho ottantaquattro anni e vivo nel Mostro di cemento, un anonimo complesso residenziale nella periferia di Milano, su una stramaledetta sedia a rotelle. Non si può certo dire che io sia autosufficiente, ma per fortuna posso contare sull'aiuto di Olga, una donna rumena premurosa e gentile. Ho anche una figlia, Katia, che vive proprio nella palazzina qui accanto, ma non ha più tempo ormai da dedicare alla sua vecchia. C'è una cosa, però, per cui le sarò per sempre grata: sua figlia Stella, la mia affettuosa nipotina sedicenne, la mia felicità quotidiana. Trascorro le mie giornate tra un caffè con i vicini e i romanzi che Olga mi legge, trascinandomi, di tanto in tanto, nel cortile del Mostro, dove ho conosciuto questo strambo vicinato con cui mi sono trovata a vivere: le vecchiette con cui vado a messa, Alessio - il fidanzatino di Stella - e gli altri ragazzotti con i pantaloni strappati, il giovane e instancabile Totò e don Antonio, su cui tutti possiamo sempre contare. Non ho mai visto il Mostro così animato come nelle ultime settimane, tanti vicini disposti a donare il loro tempo e altrettanti a pagare per imparare a impastare il pane o a usare il computer. Si chiama Banca del Tempo. L'idea è venuta a Stella: chi vuole può rendersi disponibile offrendo dei corsi, e il denaro raccolto dai partecipanti servirà ad aiutare la sorella di Olga, gravemente malata. Speriamo solo che non sia troppo tardi...

RECENSIONE

E, quando si annuncia, ti incazzi ancora di più, perchè il dolore è fatto solo per gli anziani,  le anime acerbe non lo meritano, non è stato progettato per loro.

“Non è mai troppo tardi” è un romanzo che conquista già dalle primissime pagine.
Lo stile dell’autrice è perfetto per la storia che narra: dolce, commovente e  ironico, riesce a sdrammatizzare i disagi che l’età anziana porta con sé.

Annarita, la protagonista del romanzo, è un’anziana signora con diversi acciacchi, ma dal carattere forte e dal temperamento deciso; nonostante questo, la sua routine quotidiana è sicuramente costellata di momenti di sconforto e di tristezza, sentimenti che affiorano nelle persone anziane che si sentono mancare le forze e che si accorgono di avere una vita alle spalle, e che la restante strada che percorreranno, sarà minore di quella già percorsa.

Leggere i pensieri di Annarita fa sbocciare nel lettore una tragica consapevolezza, che però apre gli occhi dolcemente sui problemi con cui gli anziani devono convivere tutti i giorni, e sensibilizza chi legge nel comprendere quanto la terza età possa essere scomoda, sfiancante e, a volte, anche un po’ deprimente.

La storia insegna ad essere più indulgenti verso le lamentele delle persone anziane, che secondo i nostri gusti dovrebbero sempre reagire più prontamente alla vecchiaia di quanto non facciano, ma nel  libro, resteremo fino alla fine nei panni di questa vecchietta dolce e abbacchiata e capiremo la difficoltà delle sue imprese quotidiane: azioni che le persone giovani compiono tutti i giorni, serenamente e senza pensarci, per Annarita, come per tante persone anziane, sono delle vere e proprie sfide.

Che poi, a dirla tutta, l'unica cosa che le mie suole calpestano sono i poggiapiedi della mia sedia a rotelle. Sulla terra, quella vera, chi ci mette più piede.

Quando la sua assistente domestica si trova a dover fronteggiare un momento difficile, Annarita mette da parte la sua apatia e il suo malcontento per dare tutto l'aiuto possibile a quella che ormai è una delle persone più care che ha. Prodigandosi per gli altri, Annarita riscopre la sua vita, i suoi hobby e nuove amicizie, così, dove prima non c’era nulla, senza accorgersene e senza coltivarla, dal  terreno inaridito del suo cuore sboccia la gioia; nello stesso modo in cui sboccia un ciclamino testardo, esposto alle intemperie e dimenticato da tutti.

La storia ha un’anima corale che coinvolge tutto lo sgangherato quartiere: ci sono la figlia e la nipote di Annarita, ci sono le amiche, le vecchie pettegole, la gioventù e il giovane prete. Vivono tutti in un rione poco abbiente e lo spirito di solidarietà che dimostrano l’un l’altro, (persino i più acidi), per aiutarsi a vicenda fa il modo che il lettore si senta completamente coinvolto dalla comunità e dal cuore pulsante del “Mostro” il palazzo dove tutti vivono.

Il compito di una donna è quello di procreare e, se non succede, allora significa che è difettosa, e il giudizio universale nel dopoguerra non era meno spietato di adesso.

Un romanzo che mi ha fatto commuovere, ridere e riflettere con la sua trama originale e,  soprattutto, con la meravigliosa narrazione che la Russo ci regala: coinvolgente, sarcastica e spiritosa, con un tocco di malinconia.

Alla prossima,

Marta



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