"IL SENSO DEL LIMITE" DI GIANNI ZANOLIN - RECENSIONE

Buongiorno lettori,
oggi sono qui per parlarvi di un libro ambientato nella città che è casa mia e che sicuramente ha suscitato in me emozioni molto sentite proprio per questo, ma che è anche un giallo politico ben costruito e coinvolgente che catturerà qualsiasi lettore. Si tratta di "Il senso del limite" di Gianni Zanolin, edito Rizzoli.



Titolo: Il senso del limite
Autore: Gianni Zanolin
Prezzo cartaceo: € 20.00
Prezzo ebook: € 9.99
Editore: Rizzoli
Pagine: 464
Genere: Giallo
Data di pubblicazione: 17 settembre 2019

TRAMA

Quando Dino Lorenzi, il sindaco di Pordenone, viene trovato morto nel suo ufficio in un'umida alba di novembre, sembrano non esserci dubbi: si tratta di suicidio. Ma dove sono finiti il computer e i cellulari del sindaco? In Comune si respira un'aria pesante e sono troppi i dettagli che non tornano, tanti i particolari che non convincono un segugio come il commissario Vidal Tonelli. Inflessibile e brusco, diviso tra il ricordo della moglie morta e la passione per due donne diverse come il giorno e la notte, Tonelli è uno di quei poliziotti che amano la propria terra e soffrono nel vederla soffocata dal cinismo. Perché dove muoiono i sogni, nasce il delitto. Scivolando tra le pieghe dei social network, i banchi del mercato e i tavoli delle vecchie osterie per tastare il polso della gente, il commissario intraprende un viaggio in una città lacerata, divisa tra passato e modernità, che fatica a risollevarsi dalla crisi industriale e subisce il trauma di una morte eccellente, capace di terremotare gli equilibri di potere. Gianni Zanolin interroga i fantasmi di chi decide di giocare al gioco della politica, l'arte del possibile trasformata in difesa dei più forti, per la quale non sono previste riconoscenza o amicizia e tutto il resto è solo colpevole ingenuità.

RECENSIONE

Oggi ho intuito che la notte ci ha portati vicino allo zero termico ma non sotto. Dev'essere rimasta una forte umidità nell'aria: le cince sono attive, i merli litigano fra loro, l'acqua non torva ancora ghiaccio a ottundere la sua musica.

“Il senso del limite” è un giallo politico, che denuncia una classe dirigente inadeguata, un sistema malato, sporco e poco trasparente. Questo messaggio universale viene concretamente espresso usando lo scenario pordenonese. Il fatto di aver scelto questa piccola città ha sicuramente una motivazione personale da parte dello scrittore, che è nato e vissuto a Pordenone, che ama questa terra – e il suo amore trasuda da ogni pagina del suo libro - , che è stato assessore comunale per molti anni e che quindi ha un’esperienza diretta e approfondita delle dinamiche politiche al suo interno, ma oltre a questo fa crescere il sospetto nel lettore che se  in un comune così, defilato e poco influente, c’è del marcio così radicato, nella politica Nazionale vi siano situazioni ancora più allarmanti.

«Ora scuotiti dall'apatia Pordenone. Smettiamo tutti di ragionare su che cosa personalmente ci convenga e riprendiamo a cercare invece quel che conviene alla città. [...]»

Zanolin affronta i soprusi, i ricatti e gli accordi, facendo risaltare la cosa più importante, che spesso viene sottovalutata, non capita o tralasciata: l’aspetto psicologico. Un’azione riprovevole non lo è solo in base all’illegalità dell’azione in quanto tale, spesso entrano in gioco pressioni psicologiche, istigazioni, e atteggiamenti collettivi di un gruppo dominante che distruggono le persone psicologicamente ancor prima che fisicamente.

“Il senso del limite” è l’espressione di una classe dirigente reale che si nasconde dietro il volto di quella fittizia, che il popolo crede di aver votato, ma che in realtà è solo una bella maschera, marionetta nelle mani di chi regge le fila.

Un romanzo di denuncia che pone sotto i riflettori come il potere sia il fine ultimo del singolo a discapito del bene comune, facilmente sacrificabile e facilmente occultabile. Il fulcro della nostra politica è costituito da faide tra fazioni che, tra condizionamenti psicologici criminali e alleanze strategiche creano una vera e propria organizzazione in lotta per il potere.

Oggi pare che il raggiungimento di una posizione di potere personale e di gruppo giustifichi tutto. Per me no, non lo accetto. E per te, Pordenone, com'è? Come ragioni? Lo so bene: stai e starai sempre con i vincitori. Ti compatisco e ti voglio bene, ti aborro e non riesco a staccarmi da te.

Un giallo avvincente che per essere tale, non ha bisogno della dinamicità forsennata presente in altri romanzi dello stesso genere, ma che cattura il lettore attraverso lo studio introspettivo dei personaggi, le dinamiche piscologiche e l’attenzione ai dettagli necessari al commissario Vidal per avere le risposte che cerca sul suicidio del sindaco.

Alla prossima,

Marta



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