"LA MEMORIA DELLE FARFALLE" DI ANNAMARIA PISCOPO - RECENSIONE

Ben trovati lettori!
Oggi vi voglio parlare del libro "La memoria delle farfalle" di Annamaria Piscopo, edito Rizzoli.
Un libro dalle diverse sfumature che vi terrà con il fiato sospeso fino alla fine. Seguitemi nella recensione per avere maggiori dettagli!



Titolo: La memoria delle farfalle
Autrice: Annamaria Piscopo
Prezzo cartaceo: € 17.00
Prezzo ebook: € 8.99
Editore: Rizzoli
Pagine: 243
Genere:Young Adult
Data di pubblicazione: 3 marzo 2020

TRAMA


Giulia ha sedici anni, pochi grilli per la testa e un'amica del cuore, Alice, con cui trascorre tutte le sue giornate tra la scuola e il tempo libero. Finché un giorno Alice muore sotto i suoi occhi e il mondo di Giulia va in pezzi.
Una sera incontra Mattia: diciotto anni, capelli ribelli, un ragazzo dolce e semplice che nelle ore libere dal liceo lavora in un allevamento di farfalle, la sua passione. Anche lui ha subito una perdita, sua madre è morta pochi mesi prima e sta ancora cercando di ricostruire la sua vita attorno a quell'assenza. Giulia e Mattia si cercano, si innamorano, si perdono, fino al momento in cui capiscono che insieme possono essere più forti.
Ma con il passare dei mesi, Giulia si rende conto che la realtà intorno a sé nasconde delle ombre. Alice aveva dei segreti e lei, forse a causa del trauma della perdita, li aveva dimenticati. Un passo alla volta, Giulia deve trovare il coraggio di affrontare il dolore, le cose non dette e quelle che ha dimenticato, arrivando a scoprire quanto può essere forte l'amore, in tutte le sue forme.


RECENSIONE

Un’ossessione è un pensiero fisso che ti scava dentro,  deforma i ricordi, mette in moto gesti straordinari e spaventosi.

"La memoria delle farfalle" è un libro che parla dell’amicizia, dell’amore, di problemi… del dolore. E della morte.

Nonostante le amare emozioni e i sentimenti luttuosi che evoca, non si ha la sensazione che la morte o il dolore siano qualcosa di infausto, da temere e da gettare via come risvolti infetti di una vita crudele. Vi è piuttosto uno spirito di accettazione e di crescita che infonde calma e speranza al lettore.

Mattia e Giulia sono due giovani ragazzi, ognuno con il proprio bagaglio di dissidi interiori. Nel libro si avverte il loro spirito di gioventù, la spensieratezza - in tanti piccoli gesti - della loro adolescenza, ma anche una consapevolezza più grande dei loro anni. 

«Mi piace la mia tristezza» comincio. «È una tristezza buona, una di quelle che non fanno male alla pelle e non fanno venire le rughe. È un’abitudine, come il jeans preferito, il film del cuore. Mi piace e quando smetto di essere triste mi sento a disagio, come se la felicità non mi stesse bene addosso.»

Il romanzo vi trasporterà nella loro dimensione e in quella di Angela, una donna che rivestirà un ruolo cruciale nelle vite di entrambi. I loro destini, nell’arco della vicenda, si fonderanno e, in una storia intrisa di suspance e di mistero, il lettore riuscirà a comprendere quanto profondamente siano legati.

Giulia ha perso la sua migliore amica e insieme a lei ha perso qualcos’altro, qualcosa di cui è inconsapevole, ma che spinta da una forza interiore comincerà a cercare ancor prima di rendersi conto di farlo. 

La sua forza e quella di Mattia sono un esempio di grande coraggio e di come la paura non possa essere un alibi per esimersi dal vivere ogni giorno al massimo di sé stessi.

Una paura si annida dentro di te come un gatto ai piedi del focolare, ti sussurra parole indecifrabili [...]. Ti chiede di riflettere, di non accantonarla in un angolo, di darle voce. Ti scongiura di seguirla. Una paura che somiglia a un’ossessione sa essere più forte della realtà.

Un young adult dai risvolti psicologici infusi di inquietudine, un saliscendi di pathos e aspettativa che vi impediranno di comprendere il finale ultimo di questa storia fino a quando non arriverete all’ultima riga dell’ultimo capitolo.

Da sottolineare, inoltre, come il libro induca a riporre attenzione su problemi come i disturbi cognitivi, sui quali c’è poca attenzione e poca sensibilizzazione, ma che sono a tutti gli effetti delle malattie che rendono la vita di qualcuno più complicata, e meritano di non essere ignorati.

 Il dolore non è qualcosa di personale, somiglia così tanto al dolore degli altri. Per questo lo puoi condividere.

Non so come la scrittrice ci sia riuscita, ma da parte mia, che rifiuto la morte come se non appartenesse a questo mondo o come se non facesse parte dell’inevitabile ciclo vitale, devo dire che il tema viene trattato con una tale naturalezza e una tale calma da avermi reso serena.

Un climax di trepidazione, una straordinaria narrazione introspettiva, una sensibile delicatezza, l’amicizia consolidata e un grande amore, sono gli elementi contraddistintivi che rendono questo romanzo speciale.

Un bacione e alla prossima,

Marta


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