"ERA TUO PADRE" DI ALESSANDRO GALLO - RECENSIONE

Buongiorno lettori!
oggi vi parlo di un bellissimo libro, dal tema molto significativo e profondo; si tratta di "Era tuo padre" di Alessandro Gallo. 
Vi invito a leggere la recensione, non vi pentirete di aver fatto la conoscenza di questo libro.



Titolo: Era tuo padre
Autore: Alessandro Gallo
Prezzo cartaceo: € 14.00
Prezzo ebook: € 7.99
Editore: Rizzoli
Pagine: 160
Genere: Narrativa contemporanea
Data di pubblicazione: 15 ottobre 2019

TRAMA

"Quando a quindici anni ho scoperto chi era mio padre leggendo un giornale, ho pensato che dovevo fare una scelta. O sottolineare subito la mia appartenenza al suo mondo, oppure invece sottolineare che appartenevo a mia madre, a un mondo pulito, fatto di sacrifici. Un'eredità completamente diversa, ed è questa che ho scelto." Così racconta di sé Alessandro Gallo. E la storia dei protagonisti del suo romanzo è allo stesso tempo uguale e diversa dalla sua. È la storia di un padre, camorrista latitante ma con il potere ben saldo nelle mani, e dei suoi tre figli, anche loro chiamati a fare una scelta che li segnerà per tutta la vita: essere parte o meno dell'impero criminale del padre. Giosuè e Alberto hanno le idee ben chiare: proseguire nella scalata verso il potere, difendere gli affari del clan, i loro beni, le loro aziende, il giro del gioco d'azzardo, ma soprattutto nascondere quanto più possibile la verità alla sorella Camilla. Perché Camilla è combattuta, lacerata tra l'affetto per la famiglia e la voce prepotente dentro di sé che le grida di essere diversa, di pretendere una vita pulita e migliore. Sfinita dal peso di quel male che porta sulle spalle suo malgrado, Camilla non fa che cercare la forza di prendere definitivamente le distanze dagli uomini della sua famiglia. Una scelta che richiede tanto coraggio e che fa paura.


RECENSIONE

La camorra: quel sistema che tutti pensavano fosse una mutazione genetica che colpisce i meno agiati, i poveri di intelletto e di morale, ma di cui invece Maurizio svelò l’altra faccia. La faccia degli uomini in giacca e cravatta.


In un Italia dilaniata dalla criminalità, legalizzata o meno, Alessandro Gallo, denuncia, senza polemiche, senza dilungarsi in discorsi già ripetuti all'infinito; denuncia con sensibilità, con dolcezza e condanna la scelta alla devozione alla criminalità organizzata. 

Per quanto il romanzo sia ambientato in Italia, dal momento che è la realtà che lo scrittore conosce meglio e di cui è stato direttamente protagonista, e che può quindi riportare al meglio come esempio, Gallo, nella sua denuncia, non fa distinzioni: non c’è un Nord e un Sud, non c’è l’Italia, e l’Europa. La morale è univoca e vi è solo il dolore per ciò che la sete di potere e di denaro possano provocare, per come inducano le persone  a calpestare qualsiasi cosa, senza pietà, quasi come non avessero più un’anima e l’umanità di scegliere tra giusto e sbagliato.

Questa è la storia di una famiglia con un padre camorrista. È la vita di Giosuè, di Alberto e di Camilla, ma anche quella di mamma Lucia e di nonno Carmine, ma soprattutto è quella di tanti giovani che, cresciuti in un ambiente troppo povero, o troppo violento o più semplicemente per non tradire quel legame di sangue che sentono proprio, si convincono che la sola alternativa, quella migliore, sia lucrare in modo disonesto. Camilla, tuttavia, nonostante sia figlia di un boss, tanto quanto lo sono i suoi fratelli, riesce ancora a vedere distintamente il confine tra ciò che è giusto e ciò che molto probabilmente non lo è.

«Mi stai chiedendo di testimoniare?» «Liberati, Camilla! Cazzo, fallo almeno tu che puoi!»«Perché mi chiedi di ribaltare da sola il tavolo da gioco?»«Non ho mai detto che sarai sola.»«Ma neanche che tu ci sarai.»

Un romanzo che narra la cronaca nera, che tutti leggiamo sui giornali, dal punto di vista di chi i reati li compie e che mostra le dinamiche presenti all’interno della criminalità organizzata, ma anche e sopratutto all'interno delle famiglie dei camorristi, e delle conseguenze che tali legami comportano.

Il libro procede con un ritmo incalzante, in un climax ascendente che segue l’età anagrafica dei protagonisti. Più crescono, più la consapevolezza aumenta e più la tensione sale.

Scritto con semplicità, tatto e crudezza, dove necessaria, è una storia bellissima, per quanto triste, che apre gli occhi su scenari lugubri, su scelte di vita sofferte; che lancia un messaggio, a coloro i quali ci stanno pensando a fare quella vita, e il messaggio è uno solo: un presagio di morte, perchè è solo così che la sete di potere viene placata, ammazzando chiunque sia di intralcio, anche i fedelissimi, perchè la fedeltà è un sentimento buono e non può esistere dove la morte è ovunque a favore dell’interesse e del profitto.

Quella sera, la prima volta che davanti ai suoi occhi si materializzò la violenza disumana del marito, non fece nulla. Fece quello che la camorra le aveva insegnato in quei primi anni da moglie di un boss: chiuse la veneziana, fece finta di non vedere [...].

Il romanzo è relativamente corto e questo fa sì che la vicenda, breve e intensa, sia ancora più diretta e che colpisca il lettore dritto al cuore.

La speranza è il motore del libro, è ciò che spinge il lettore a divorarne le pagine; non sarò di certo io a dire se sarà tradita, giacchè il concetto di speranza è qualcosa di fortemente individuale, a seconda di come lo interpreterete il finale avrà per voi un diverso valore.

Vi mando un bacione!
 Alla prossima!

Marta



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