"FIORI SOPRA L'INFERNO" DI ILARIA TUTI - RECENSIONE

Buongiorno lettori,
Come state?
È da un po’ che vi voglio parlare di questo splendido giallo che mi ha accompagnato nelle ultime settimane. Si tratta di “Fiori sopra l’inferno” di Ilaria Tuti, edito Longanesi.
Seguitemi nella recensione per saperne di più.



Titolo: Fiori sopra l'inferno
Autrice: Ilaria Tuti
Prezzo cartaceo: € 16.90
Prezzo ebook: € 5.00
Editore: Longanesi
Pagine: 366
Genere: Giallo
Data di pubblicazione: 4 gennaio 2018

TRAMA

«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura».

RECENSIONE

«Qualcuno prima o poi dovrà spiegarmi che cos’è un mostro» disse. «Li chiamiamo così, ma intanto restiamo a guardare, non riusciamo a cambiare canale perché sappiamo che sono come noi: umani. È questo che ci cattura, il riconoscere una parte di loro in noi.»

Il giallo di Ilaria Tuti è un intreccio di storie cupe, di passati nebulosi, taciuti e raccapriccianti.

Nel paese di Tavernì, sulle Alpi, si aggira un mostro, fa cose terribili, disumane. Il caso viene assegnato al commissario Teresa Battaglia, criminologa esperta, che cerca di tracciare un profilo dello spietato killer, ma ci sono troppe incongruenze, che la portano a dubitare seriamente che ciò con cui si sta confrontando sia una mente umana.

La comunità di Tavernì si chiude in un atteggiamento di omertà, che sembra essere spirito di appartenenza che la popolazione sente molto vivo, e che la porta inevitabilmente a temere gli estranei. Ma se dietro a questa chiusura ci fosse dell’altro? Se la comunità, senza neppure saperlo, celasse un segreto?

Il commissario Battaglia si troverà a combattere contro il passato, che affonda le sue radici nel presente ed erge monumenti di domande, alle quali apparentemente non c’è una risposta.

Tra le Alpi Teresa dovrà sfidare i mostri, quelli umani, e per farlo dovrà superare i suoi limiti, e risvegliare incubi che voleva lasciare a tacere nella sua anima, come fidi compagni della sua solitudine.


 «Condannati a cibarsi dell’unica cosa in grado di calmare per un po’ la fame violenta che li attanaglia.» «E cioè?» «Il potere. Il potere assoluto su un altro essere umano.»


Il romanzo offre qualcosa in più di un caso risolto, dona al lettore dei personaggi da amare, una squadra coesa, quella del commissario Battaglia, che accoglierà anche il lettore nella loro unione e professionalità.

Un uso magistrale della lingua italiana dà vita a paesaggi, intrecci, misteri e sentimenti che meglio di così non potevano fondersi.

Un giallo colto, che ha sicuramente richiesto un dettagliato studio della storia e della psicologia. Ho apprezzato infinitamente questo impegno e dedizione perché hanno reso la storia, una di quelle che restano appiccicate al cuore.

Guardò il proprio riflesso sul vetro della finestra. Vide una donna con le rughe e scarmigliata, il viso stanco e gli occhi lucidi. Era il suo viso, quello. Il viso di una guerriera.

Un libro in cui il commissario è il perno attorno al quale ruota il romanzo, una donna dai modi burberi, ma dal cuore caldo, colmo di sentimenti e di dolore, che ha contribuito a renderla così meravigliosamente empatica anche nei confronti di coloro i quali possono sembrare colpevoli, ma sono solo vittime di una vita che li ha castigati dal primo giorno in cui hanno aperto gli occhi. 



Vi abbraccio,

Marta





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