"IL FABBRICANTE DI SOGNI" - RECENSIONE

Buongiorno lettori!
Finalmente faccio la recensione di questo libro: " Il fabbricante di sogni", edito D&A Planeta Libri.
Volete conoscere anche voi la storia del Giocattolaio di Cracovia e della sua bambola Karolina? Allora seguitemi.



Titolo: Il fabbricante di sogni
Autrice: R. M. Romero
Prezzo cartaceo: € 17.00
Prezzo ebook: € 9.99
Editore: D&A Planeta Libri
Pagine: 228
Genere: Narrativa
Data di  pubblicazione: 26 febbraio 2019

TRAMA

Cracovia, 1939. È un giorno come tanti quello in cui una bambola di nome Karolina prende vita nella polverosa bottega di un giocattolaio. Una magia inaspettata che rompe la monotonia della solitaria esistenza di Cyryl. Cyryl è un uomo burbero che ha conosciuto la guerra e non è mai riuscito a ricomporre i pezzi del suo cuore infranto. Ma, quando Karolina entra nella sua vita come una ventata d'aria fresca, le cose cambiano. Nella bottega del giocattolaio torna il sorriso e Cyryl si avvicina a un violinista ebreo e a sua figlia, per la quale realizza una splendida casa di bambole. Proprio nel momento in cui tutti sembrano finalmente aver trovato la felicità, però, l'ombra nera del nazismo si allunga sulla Polonia. I nuovi amici ebrei si trovano all'improvviso in pericolo, e Cyryl non intende abbandonarli per nessun motivo. Anche se questo significa sacrificare se stesso.

RECENSIONE


Auschwitz-Birkenau era il luogo in cui i sogni andavano a morire.

Al termine di questa lettura mi ritrovo con il cuore gonfio di tanti sentimenti, che si accavallano e si spintonano per farsi spazio: sono contrastanti e decisi.
C’è il sentimento dell’amore, quello sicuramente lo sento, è più irruento che mai, ma c’è anche tanta, tantissima ira, che per quanto sia inutile, non posso esimermi dal provare, ma forse Karolina mi direbbe che è perché ho un cuore…

Questa è la storia del Giocattolaio di Cracovia e della sua bambola Karolina, ma è anche la storia di Rena e di Jozef e di tanti altri come loro che hanno avuto la sfortuna di vivere a Cracovia mentre imperversava la guerra e il disumano piano di Hitler.

Aveva un fazzoletto blu scuro annodato sotto il mento e, quando alzò la testa, le sue rughe formarono una mappa di tutti i posti in cui era stata.

Questo libro parla della crudeltà, della cattiveria, della miseria, parla dell’annichilimento dell’essere umano, ma non so come, ne riesce a parlare in modo poetico e delicato, senza però togliere importanza ai fatti che vengono narrati e all’enorme peso sensibile e umano che hanno

Nonostante le condizioni di terrore e di prigionia l’amore a Cracovia esiste ed è il motore di questa storia: l’unico sentimento abbastanza incosciente da non arrestarsi di fronte a niente e a nessuno. È l’amore di un Giocattolaio per la sua bambola, o quello di un padre per la propria figlia, o quello di due amici che tentano di sovvertire il sistema. Non importa se la riuscita sia piccola o grande, la sola cosa che conta è l’esistenza di un atto di umanità, che pesa quanto un urlo nel silenzio e nell’indifferenza generale.


«Ci saranno altri uomini a questo mondo che ti sfideranno, anche quando io sarò scomparso nel ventre di qualsiasi mostro mi attenda alla fine di queste rotaie»

Questa vicenda viene alleggerita dalla magia che anima gli angoli di Cracovia e che vi farà vedere avvenimenti disumani e atroci, quasi con gli occhi di un bambino, o forse con quelli di un adulto che ha deciso di credere nella magia perchè non resta più nient'altro in cui credere.

Un libro dal ritmo dapprima lento, quasi volesse simulare come la dominazione tedesca si sia imposta lentamente e in maniera subdola, quasi che la popolazione non se ne fosse accorta fino a che non è stato troppo tardi; e che poi si fa via via più incalzante, trascinandoci in scenari e avventure che vogliono essere un inno al coraggio, all’amore disinteressato e a un senso di necessario sacrificio, che non ha il sapore di una sconfitta.


Gli animali e gli insetti erano attratti dalle cose fragili; erano le sole creature capaci di trattare tutto e tutti con cura.

Questo romanzo, che inizialmente sembra quasi una favola per adulti, non riserva lieti fini fasulli che non sono mai avvenuti a quell'epoca, ma piuttosto un delicato e toccante senso di speranza.

 La narrazione è talmente dolce che, a mio parere, questa storia è adatta anche ai bambini, accompagnati nella lettura dai genitori, per sensibilizzarli sin da piccoli su quanto sia sbagliato puntare il dito su chi è “diverso”.

Un abbraccio,
Marta




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