Oggi vi voglio parlare del romanzo di Dejanira Bada che, tramite la Koi Press, ha pubblicato il suo romanzo dal titolo "Il silenzio di ieri". Se volete scoprire qualche dettaglio in più su questa storia e soprattutto volete conoscere il mio pensiero al riguardo, allora continuate a leggere questa recensione.
Autore: Dejanira Bada
Editore: Koi Press
Prezzo cartaceo: €12.00
Prezzo ebook: €0.99
Pagine: 166
Genere: Narrativa contemporanea
TRAMA
Virginia è un chirurgo e ha poco più di quarant'anni quando suo marito muore all’improvviso. Inizia a scrivere un diario per superare il dolore, proprio come lui consigliava ai suoi pazienti. Scrive quello che prova, che sente, e lo scrive rivolgendosi a lui, come se fosse ancora presente, raccontandogli cose che lui sa già, cose che non gli ha mai confessato prima...
RECENSIONE
L'autrice ci racconta la storia di Virginia, una donna che perde il marito dopo una grave malattia. Per Virginia il mondo crolla del tutto dopo questa perdita, poiché Simone rappresentava tutta la sua vita. Quella vita che, nel giro di poco tempo, decide improvvisamente di giocarle un duro colpo. Non avendo rapporti coi propri genitori, non avendo migliori amici pronti a sostenerla in questo doloroso momento della sua vita, a parte la sua collega Carla, la nostra protagonista si sente completamente persa. Così decide di prendere un diario e scrivere tutte le cose che le passano per la testa, che sta vivendo.
Il destinatario delle sue parole è proprio suo marito e a lui racconta cose che non ha mai confessato a nessuno. In queste pagine Virginia ci racconterà dei viaggi che deciderà di fare, del suo avvicinamento alla meditazione, della sua decisione di dedicarsi al volontariato per aiutare le persone più deboli. Forse proprio queste pagine riusciranno ad aiutarla a superare il suo dolore, che inizialmente sembra qualcosa d'insormontabile. Forse riusciranno a farle cadere quelle lacrime, che non è mai riuscita a piangere.
Il destinatario delle sue parole è proprio suo marito e a lui racconta cose che non ha mai confessato a nessuno. In queste pagine Virginia ci racconterà dei viaggi che deciderà di fare, del suo avvicinamento alla meditazione, della sua decisione di dedicarsi al volontariato per aiutare le persone più deboli. Forse proprio queste pagine riusciranno ad aiutarla a superare il suo dolore, che inizialmente sembra qualcosa d'insormontabile. Forse riusciranno a farle cadere quelle lacrime, che non è mai riuscita a piangere.
Come farò quando non ci sarà più neanche il tuo odore sulle cose, quando non ci sarà più niente di te?Purtroppo questo romanzo non mi ha colpita come avrei voluto. La protagonista è una donna cinica, fredda, troppo ferma sulle sue posizioni assurde. Ha dei pensieri veramente distanti dal mio modo d'essere e sicuramente la morte improvvisa del marito non giustifica il suo comportamento, perché dalle pagine del diario che scrive capiamo che lei è sempre stata così, anche quando Simone era ancora accanto a lei.
Ci sono alcuni passaggi di questo diario che mi hanno lasciata letteralmente basita. Virginia ha un modo superficiale di approcciarsi alle cose, sia quelle più banali che quelle d'un certo peso, rendendola a tratti immatura e insopportabile. Anche la sua decisione di partire per Bujagali, così da aiutare le persone povere, che non hanno praticamente nulla se non un grandissimo cuore, si trasforma ben presto in un giudizio frivolo su qualsiasi cosa la circondi. L'unica cosa che apprezza realmente di questa gente è il modo puro in cui vivono, godendosi le piccole cose. Però questo suo pensiero passa decisamente in secondo piano rispetto al giudizio iniziale che si porta dietro.
La bambina è tornata da me e mi ha abbracciato. Sentivo il suo odore nauseabondo nelle narici, di cacca e sporcizia. Abbiamo fatto il girotondo, poi si è allontanata dileguandosi tra la folla. Sono uscita subito per ripulirmi le narici, per respirare aria fresca e buona. Sono corsa in bagno a lavarmi le mani come se avessi toccato una lebbrosa. Ma non è razzismo, si tratta di sopravvivenza. O me o te.
Dalla citazione qui sopra capirete cosa stia cercando di dirvi in questa recensione. Credo che ognuno di noi sia libero di pensare quello che vuole, ma sono convinta che si debbano scegliere bene le parole che si vogliono usare, soprattutto quando si sta scrivendo un romanzo. Perché le parole rimangono e possono essere assimilate in maniera sbagliata rispetto a quello che l'autrice vuole trasmettere. Anche se si vuole rendere il concetto forte e chiaro, utilizzando termini forti, credo si possa giungere allo stesso risultato con termini diversi.
L'unica cosa che salvo de "Il silenzio di ieri" è senz'altro l'impostazione del romanzo. La scelta di utilizzare il diario come struttura principale rende il ritmo della narrazione più incalzante e la lettura scorre velocemente. Rimango perplessa per il resto, ma ci tengo a dire che questo è solo il mio pensiero personale. Non potendo scindere il personaggio dalla storia, poiché il personaggio è la storia, non avrei potuto parlare diversamente del romanzo. Probabilmente molte di voi si sentiranno più simili alla protagonista e questo renderà la vostra lettura sicuramente più piacevole.
Molte persone stanno male non perché non vivono il presente, ma perché non gli piace il presente che vivono. Ci pensavo ieri: come fai a dire a uno che la felicità è vivere il qui e ora se la vita che conduce non gli piace?
Alla prossima recensione,
Erica
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